Basilica di San Pietro, turista urina sull’altare: il Papa irritato ordina un rito penitenziale urgente
13/10/2025

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Basilica di San Pietro, turista urina sull’altare: il Papa irritato ordina un rito penitenziale urgente

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Profanazione senza precedenti sull'altare maggiore della Basilica di San Pietro: un turista si è spogliato e ha tentato di urinare davanti a decine di pellegrini, prima di essere fermato dalla sicurezza. Papa Leone XIV, visibilmente irritato, ha ordinato "con urgenza" la celebrazione di un rito penitenziale riparatorio. Il gesto, definito "gravemente ingiurioso" dalle autorità vaticane, ha suscitato indignazione e imbarazzo. Secondo quanto riferito da fonti vicine al Pontefice, il cardinale Gambetti avrebbe esitato nell'organizzare la funzione liturgica, aggravando il malumore del Santo Padre. Intanto, l'autore del sacrilegio resta in stato di fermo presso la Gendarmeria vaticana.

Il fatto è avvenuto nel cuore della Basilica, proprio sull'altare della Confessione, simbolo dell'autorità papale e luogo dove solo il Pontefice può celebrare l'Eucaristia. Secondo quanto riportato da Il Tempo e confermato da altre testate, il turista si sarebbe introdotto nella zona interdetta ai fedeli approfittando di un momento di distrazione del personale di sicurezza. L'uomo, non ancora identificato, si è denudato e ha cercato di urinare sull'altare davanti a una folla incredula. È stato bloccato dagli addetti alla sorveglianza prima che potesse completare il gesto.

L'atto sacrilego ha spinto Papa Leone XIV a chiedere personalmente la celebrazione di un rito penitenziale riparatorio, secondo le disposizioni del Caeremoniale Episcoporum. L'ordine è stato impartito durante un incontro riservato con il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica. Fonti interne al Vaticano descrivono il colloquio come "tempestoso": Leone XIV sarebbe apparso profondamente scosso e contrariato, tanto da esigere che la funzione liturgica si svolgesse "senza indugi". Il rito, secondo quanto previsto dalla normativa liturgica, include una Messa con intenzione specifica, l'adorazione eucaristica e preghiere di riparazione come il Te Deum o il Miserere.

Il nodo principale emerso nei colloqui tra il Pontefice e Gambetti riguarda il ritardo con cui il rito è stato organizzato. Il cardinale avrebbe potuto procedere già il giorno successivo all'evento, ma avrebbe temporeggiato per ragioni organizzative. Questo indugio ha provocato la reazione del Papa, che ha insistito affinché l'atto di riparazione liturgica venisse eseguito quanto prima. Secondo le ricostruzioni, Leone XIV ha sottolineato come la prontezza nel "restaurare la santità violata" sia fondamentale per il messaggio che la Chiesa trasmette ai fedeli.

Non è la prima volta che la Basilica di San Pietro viene teatro di gesti sacrileghi tali da rendere necessaria una riparazione liturgica. Oltre all'episodio avvenuto nei giorni scorsi, le cronache recenti riportano almeno altri due casi documentati. Il primo risale al 1° giugno 2023, quando un uomo salì completamente nudo sull'altare maggiore mostrando una scritta sul corpo in favore dei bambini ucraini. In quell'occasione, secondo quanto confermato da fonti vaticane, venne celebrato un rito penitenziale riparatorio guidato dal cardinale Mauro Gambetti con la partecipazione dei canonici della Basilica. Un secondo episodio si è verificato il 7 febbraio 2025, quando un uomo, poi identificato come cittadino romeno, si scagliò sull'altare maggiore urlando frasi irriguardose e rovesciando sei candelabri ottocenteschi. Per questo gesto, però, non risulta che sia stata celebrata una funzione riparatrice, secondo quanto riportato da fonti giornalistiche vaticane. Il caso odierno, dunque, rappresenta il terzo atto sacrilego grave in poco più di due anni, con la differenza che il Pontefice in carica ha imposto una risposta liturgica immediata e pubblica.

L'uomo responsabile del gesto osceno è attualmente in stato di fermo presso gli uffici della Gendarmeria vaticana. Non sono stati diffusi dettagli sulla sua identità, né è stata specificata la sua nazionalità. Secondo quanto trapelato, non è ancora chiaro se verrà consegnato alle autorità italiane o a quelle del proprio Paese d'origine. Si attende una comunicazione ufficiale in merito da parte della Sala Stampa Vaticana.

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