Biella, caporalato in appalti pubblici: cinque indagati | Perquisizioni in otto Regioni
15/10/2025

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Biella, caporalato in appalti pubblici: cinque indagati | Perquisizioni in otto Regioni

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La guardia di finanza ha eseguito un provvedimento di perquisizione emesso dalla Procura di Biella nei confronti di 5 persone, accusate a vario titolo di sfruttamento di lavoratori stranieri, lesioni personali colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro e subappalto non autorizzato. L'inchiesta sul presunto caporalato in cantieri pubblici è nata dalla denuncia di un incidente a un operaio alla diga dell'Ingagna di Mongrando, nel Biellese. Le perquisizioni, oltre che in Piemonte, sono avvenute in Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria.

I militari sono intervenuti con la collaborazione di altri reparti delle province di Torino, Vercelli, Genova, Rovigo, Bologna, Macerata, Napoli, Caserta, Potenza e Cosenza, puntando a raccogliere anche documentazione informatica, in un'operazione denominata "Stella verde". La denuncia dell'operaio nel Biellese risale al dicembre del 2024. L'uomo, un magrebino, aveva subito la subamputazione di un dito di una mano.

Aveva deciso di raccontare alla guardia di finanza le condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti lui e altri suoi connazionali. Il nucleo di polizia economico finanziaria di Biella aveva iniziato a indagare per accertare meglio le circostanze dell'incidente, fino a tracciare un quadro che ha portato a formulare l'ipotesi di reato per caporalato. I finanzieri hanno scoperto infatti che vari cittadini stranieri in stato di bisogno, muniti di regolare permesso di soggiorno, sarebbero stati costretti a lavorare con turni prolungati ben oltre i limiti fissati dai contratti collettivi, senza poter usufruire di pause, giorni di riposo e ferie adeguati.

Le condizioni igieniche risultavano precarie e i lavoratori avrebbero svolto mansioni pericolose senza la fornitura di idonee protezioni individuali, a fronte di retribuzioni arbitrarie, subendo minacce e violenze in caso intendessero protestare. Erano emersi anche elementi che avevano portato a sospettare subappalti illeciti di alcuni lavori e prestazioni, privi delle comunicazioni e delle autorizzazioni di legge

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