Nuovi sviluppi nell'indagine sul delitto di Garlasco. La nuova perizia, depositata nell'incidente probatorio, indica che il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi risulta compatibile con la linea maschile della famiglia Sempio. Tuttavia, gli esperti precisano che non è stato possibile individuare con certezza un singolo soggetto. Dai calcoli biostatistici emerge infatti un "supporto moderatamente forte/forte e moderato" alla compatibilità genetica, ma la relazione chiarisce che il risultato non consente di stabilire un'identificazione individuale. La genetista Denise Albani, autrice dell'analisi, parla di "aplotipi misti parziali", spiegando che la quantità e le condizioni del materiale biologico disponibile non hanno permesso di raggiungere un esito considerato "certamente affidabile".
Nella perizia si legge che, in merito alle tracce genetiche estrapolate dalle unghie di Chiara Poggi, "non è possibile stabilire con rigore scientifico se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell'ambito della stessa mano, da quale dito provengano; quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario; perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato)" e infine "quando sia avvenuta la deposizione" stessa.
"Dalla lettura delle conclusioni della perizia svolta con serietà e riserbo dalla Polizia di Stato appendiamo che nulla di nuovo è emerso a carico del signor Sempio rispetto a quanto già noto". Così in una nota gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che assistono i genitori e il fratello di Chiara Poggi, hanno commentato l'esito della relazione peritale depositata nell'ambito dell'incidente pprobatorio disposto nella nuova indagine sul delitto in cui è indagato Andrea Sempio. "Sono trascorsi ormai oltre nove mesi da quando, con cadenza quotidiana, la famiglia Poggi viene esposta a un massacrante gioco mediatico i cui fini non sono noti. L'unico dato certo e infatti trascurato- sottolineano - è il rinvenimento di Dna del condannato Stasi e di Chiara sui reperti che testimoniano gli ultimi momenti di vita della vittima. Ci auguriamo che tutto venga alla fine valutato con la dovuta attenzione e rispetto che si devono alla sentenza coperta dal giudicato".