La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 182. Lo Stato ebraico riapre il valico di Erez per il trasporto degli aiuti umanitari a Gaza. Il segretario di Stato americano Antony Blinken plaude alle azioni israeliane ma avverte: "Sono sviluppi positivi, il vero test però sono i risultati ed è ciò che vogliamo vedere nelle prossime settimane". Joe Biden chiama al telefono Benjamin Netanyahu per chiedere un cessate il fuoco immediato e chiarire la necessità che lo Stato ebraico annunci e attui una serie di passi specifici, concreti e misurabili per affrontare i danni ai civili e la sicurezza degli operatori umanitari". E aggiunge che "la politica degli Stati Uniti rispetto a Gaza sarà determinata dalla nostra valutazione dell'azione immediata di Israele su questi passi". L'esercito israeliano, dal canto suo, dice di essere pronto "a qualsiasi scenario" riferendosi all'attuale tensione con l'Iran e assicura che le forse di Tel Aviv "sono ben schierate in formazioni difensive e offensive". La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, avverte lo Stato ebraico che si pentirà di aver sferrato l'attacco mortale contro il consolato della Repubblica islamica d'Iran a Damasco, in Siria.