Napoli - Grazie a una ricerca dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, sono state individuate nel cervello due nuove spie della malattia di Parkinson. Le due spie sono gli alti livelli degli amminoacidi D-serina e L-serina, che nei pazienti malati vanno a compensare la perdita dei neuroni che producono la dopamina, un neurotrasmettitore che ha un ruolo molto importante nel controllo del movimento. Si tratta di un risultato molto importante, che dà la possibilità di mettere a punto nuove terapie in grado di contrastare l’evoluzione della malattia e limitarne gli effetti collaterali. La ricerca, di portata internazionale, è stata condotta da Italia, Stati Uniti, Francia e Giappone. “Grazie ai risultati di questa ricerca, sarà possibile in futuro testare innovativi approcci terapeutici volti a migliorare il quadro clinico e a combattere più efficacemente la progressione di questa devastante patologia”, spiega il prof. Alessandro Usiello, coordinatore della ricerca e docente ordinario di Biochimica clinica alla Vanvitelli.