La guerra in Ucraina giunge al giorno 1.160. Vladimir Putin ha dichiarato un nuovo cessate il fuoco dalla mezzanotte dell'8 maggio (le 23 del 7 maggio in Italia) alla mezzanotte dell'11 maggio (le 23 del 10 maggio in Italia). Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in un'intervista al quotidiano brasiliano O Globo, ha definito "imperativo" il riconoscimento come "russi" dei territori ucraini occupati, in tutto o in parte, dalle truppe di Mosca per trovare una soluzione alla guerra in Ucraina. "Il riconoscimento internazionale del possesso russo della Crimea, di Sebastopoli, della repubblica di Donetsk, della repubblica di Lugansk, delle regioni di Kherson e di Zaporizhzhia è imperativo". Dopo la conferma di nuovi invii di truppe alla Russia da Pyongyang, Putin ha chiamato "eroi" i soldati nordcoreani che hanno partecipato alla liberazione di Kursk. L'Ue ha commentato: "Mosca non vuole la pace, disperato il suo appello alla Corea del Nord". Intanto il pressing americano per una tregua continua. Trump torna ad attaccare Putin: "Smetta di sparare e tratti, sono molto deluso da Mosca". Poi, dopo l'incontro in San Pietro, ha riferito che Volodymir Zelensky è "più calmo e vuole un accordo, sta facendo un buon lavoro, penso sia pronto a cedere la Crimea".